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Ancora tre morti sul lavoro, in tre diversi incidenti

BOLLETTINO DELLA SICUREZZA N 13

Ancora morti sul lavoro: tre persone hanno perso la vita in tre diversi incidenti. Infortunio mortale sul lavoro in uno stabile della frazione di Borzano ad Albinea, nel Reggiano, dove un operaio edile 56enne è deceduto per le gravi lesioni riportate a seguito di una caduta da circa 10 metri d'altezza mentre stava lavorando alla manutenzione del tetto. Secondo una prima ricostruzione del personale del Servizio Prevenzione e sicurezza della Medicina del Lavoro di Reggio Emilia intervenuto insieme ai Carabinieri di Albinea, l'uomo si trovava su una impalcatura quando, per cause ancora in corso di accertamento è precipitato al suolo. Il 56enne, caduto da un'altezza di circa 10 metri, è stato soccorso dai sanitari del 118 giunti sul posto, che nonostante i tentativi di rianimarlo non hanno potuto evitarne la morte a causa delle gravi lesioni riportate a seguito della caduta. Le altre vittime, invece, sono due agricoltori. Un uomo, 60 anni, lavorava nel suo campo di nocciole a Roddi, in provincia di Cuneo, quando il trattore che guidava si è ribaltato e lo ha travolto, uccidendolo. Sarebbero stati i vicini a dare l'allarme. Sul posto stanno operando i carabinieri di Alba e lo Spresal dell Asl Cn2. A perdere la vita a Mosciano Sant'Angelo (Teramo), Gabriele  Grosso, 71 anni, del posto. L'uomo era alla guida del suo trattore e stava percorrendo una strada scoscesa quando il mezzo, che aveva un  carrello attaccato dietro, si è rovesciato, schiacciandolo. L'allarme  è scattato ad ora di pranzo quando non è tornato a casa. Sul posto il  118 per i soccorsi, ma l'anziano era già deceduto. Intervento anche di vigili del fuoco e carabinieri.  E' la 14esima vittima del lavoro dell'ultima settimana. 


  • By  | 01/10/2021

Pubblicato il decreto sul green pass nei luoghi di lavoro

BOLLETTINO DELLA SICUREZZA N 12

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana del 21 settembre 2021, n. 226 il Decreto Legge 21 settembre 2021, n. 127 - Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening.

Dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, al fine di prevenire la diffusione dell'infezione da SARS-CoV-2, a chiunque svolge una attività lavorativa nel settore pubblico e privato è fatto obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde COVID-19.

Obbligatorio per Partite Iva - studi professionali e per fornitori - il green pass diventa obbligatorio anche per chi svolge, a qualsiasi titolo, la propria attività di formazione o di volontariato nella Pa o da privati, anche con contratti esterni.

I datori di lavoro, definiscono, entro il 15 ottobre 2021, le modalità operative per l'organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell'accesso ai luoghi di lavoro, e individuano con atto formale i soggetti incaricati dell'accertamento delle violazioni di tali obblighi.

La sospensione dei dipendenti pubblici e privati sprovvisti di green pass non è contemplata, è prevista la contestazione di assenza ingiustificata e la perdita di stipendio se un lavoratore è sorpreso al lavoro senza una certificazione verde valida.


  • By  | 24/09/2021

Quali sono i rischi per la salute della postura seduta prolungata?

BOLLETTINO DELLA SICUREZZA N 11

In suo recente articolo Punto Sicuro evidenzia un rischio emergente lavorativo, molto diffuso in conseguenza dei mutamenti organizzativi correlati all’emergenza COVID-19, la sedentarietà prolungata nel tempo. 

Ne parla con riferimento ad un recente documento, connesso alla campagna 2020-2022 “ Ambienti di lavoro sani e sicuri. Alleggeriamo il carico!”, con cui anche l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA) affronta il problema del mantenimento prolungato di una posizione seduta statica durante l’attività lavorativa.

La relazione “ Il mantenimento prolungato della postura seduta statica al lavoro. Effetti sulla salute e suggerimenti di buone pratiche. Sintesi”, commissionata dall’Agenzia europea, esamina la portata del fenomeno del lavoro sedentario e i suoi effetti sulla salute e formula raccomandazioni sui limiti di tempo per la posizione seduta.

Quanto tempo trascorriamo seduti quando lavoriamo? 

La relazione – a cura di Kees Peereboom e Nicolien de Langen (vhp human performance, Paesi Bassi) in cooperazione con Alicja Bortkiewicz (Istituto Nofer di medicina del lavoro, Łódź, Polonia) – spiega innanzitutto che cosa si intenda per mantenimento prolungato della posizione seduta.

Il mantenimento della posizione seduta “si definisce prolungato quando ha una durata pari o superiore a 2 ore continuative per volta e presenta basso  consumo energetico, postura seduta del corpo, lavoro muscolare carico statico (sforzo fisico per mantenere la stessa posizione)”.

La relazione indica che secondo i dati di Eurobarometro del 2013 nell’Unione Europea “il 18% degli adulti sta seduto per più di 7,5 ore complessivamente durante la giornata”. I tempi più elevati “si registrano nei paesi scandinavi e quelli più bassi in paesi come l’Italia, il Portogallo e la Spagna”.

Inoltre secondo altri dati, quelli di Eurostat del 2017, “il 39% dei lavoratori dell’UE svolge la propria attività lavorativa da seduti; tale percentuale comprende gli addetti a lavori d’ufficio che prevedono l’utilizzo del computer, il personale dei call center e i conducenti di veicoli”. E secondo un’indagine europea sulle condizioni di lavoro (Sesta indagine europea sulle condizioni di lavoro — Relazione generale), il 28% dei lavoratori “dichiara di mantenere una posizione seduta quasi tutto il tempo e il 30% per una durata compresa tra un quarto e tre quarti dell’attività lavorativa”. E il 31% delle donne “ha segnalato di mantenere quasi sempre una posizione seduta, contro il 25% degli uomini”.

La percentuale delle persone che lavora con computer, portatili o tastiere, per tutto il tempo o quasi, “è aumentata dal 17,6% nel 2000 al 30,3% nel 2015”.

E' evidente che le misure di contenimento dell’emergenza COVID-19, con i lockdown e l’incremento delle attività in smart workingo telelavoro, non possono che aver reso tale rischio ancora più diffuso tra i lavoratori.

Quali sono i lavoratori e le situazioni più a rischio? Quali sono i lavoratori più a rischio in relazione al mantenimento prolungato della posizione seduta?

Il documento indica che chi lavora in ufficio “è maggiormente soggetto al rischio di mantenimento prolungato della posizione seduta”.

Tuttavia anche altri impieghi e attività professionali comportano periodi prolungati in questa posizione. Ad esempio “quelli di autisti, piloti, gruisti, operatori di macchinari per la cucitura, operai delle linee di assemblaggio e addetti presso sportelli di servizio e laboratori, call center e sale di controllo”.

Inoltre “chi lavora da casa può tendere a lavorare più a lungo senza fare pause, in condizioni ergonomiche potenzialmente peggiori rispetto a quelle presenti in ufficio”.

Si ricorda che le donne in stato di gravidanza “devono evitare il mantenimento prolungato della posizione seduta, facendo frequenti di frequente pause per alzarsi e muoversi, specialmente con il progredire della gravidanza”.

Senza dimenticare che con l’ invecchiamento della forza lavoro, il numero di lavoratori affetti da patologie croniche è destinato ad aumentare.

Infine si segnala che a causa della natura più sedentaria dell’attività lavorativa e dell’aumento dell’età di pensionamento, “oggi i lavoratori possono essere più esposti al lavoro sedentario nel corso della loro vita rispetto alle generazioni precedenti”.

Quali sono gli effetti sulla salute della posizione seduta prolungata?

Basandosi, su un breve esame della letteratura, la relazione si sofferma sulla causa e sugli effetti sulla salute del mantenimento prolungato della posizione seduta statica. Gli effetti “che sono stati collegati a tale posizione includono:

  • lombalgia;
  • disturbi al collo e alle spalle;
  • diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari;
  • obesità;
  • alcuni tipi di tumore, in particolare alla mammella e al colon;
  • problemi di salute mentale;
  • morte prematura”.

Infine, riguardo ai collegamenti tra posizione seduta e disturbi muscoloscheletrici (DMS), si segnala, ad esempio, che “l’esposizione a vibrazioni al corpo intero quando si sta seduti aumenta i rischi di problemi lombari e di altri DMS, soprattutto se le posture sono obbligate, disagevoli o scorrette”.

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Fonte: Punto Sicuro - Autore: Tiziano Menduto


  • By  | 10/09/2021
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